Notturna al Pinnacolo di Framura - 1 Giugno 2006 - L'immersione Perfetta

Partecipanti: Mauro, Gianfrà, Alex (Fotografo), Vittorio (Fotografo)
Immersione: Visibilità: ottima, Temp:18°C,Profondità: 11 metri, Tempo:60 min.

Ci sono delle immersioni speciali.
Sono strani casi, equilibri instabili, eventi rari.
Non si ripetono spesso e meno che mai puoi prevederli,…. Ma accadono.
Allora ringrazi la fortuna, di averti portato ad essere nel posto giusto al momento giusto.La fortuna che non solo ti fa essere là, a vedere con i tuoi occhi la bellezza della natura in tutto il suo splendore, ma ti dà anche la possibilità di essere attrezzato per fotografarla e documentarla.
Cosa può desiderare di più un subacqueo se non di emozionarsi nella tranquillità e la sicurezza di pochi metri d’acqua , nel tepore di immersione primaverile di un tuffo frettolososamente organizzato, in una serata movimentata da un maestrale montante?
Non chiedetemelo, perché non lo sò, ma io ero là, al pinnacolo di Framura (lo scoglio sotto la stazione) e mi sono emozionato, come in poche altre volte delle innumerevoli immersioni nella zona che ho già fatto.
Scusatemi l’introduzione poetica, ma mi scappava.
La serata sembrava essere una scontata routine, una classica immersione a Framura, come facciamo quasi una volta alla settimana da oltre un anno, ma forse il tempo strano, il ritardo accumulato per una serie di contrattempi, forse il caso, ci ha fatto decidere di tuffarci in un posto diverso.
Invece che nella zona del porticciolo, abbiamo optato per il pinnacolo sotto la stazione (per i framuresi ha un nome preciso che non ricordo) e questa è stata una scelta illuminata.


Si entra in acqua dalla spiaggetta e nonostante lo sbattere delle onde, la visibilità è esaltante…
Uscendo però ci accorgiamo che la spiaggietta è stata chiusa da scogli a pelo d’acqua, solo un piccolo passaggio, permette di uscire. Questo passaggio, non risulta sicuramente agevole, sia per le onde, che per la corrente forte che ci si genera all’interno. Appena fuori, con nostro piacere, constatiamo che la visibilità è altrettanto buona. Posizioniamo la strobo (tanto per giocare perché l’immersione da un punto di vista dell’orientamento è veramente semplicissima) e si parte.
Puntiamo verso lo scoglione a circa 50 metri dalla riva ed in pochi minuti di pinneggiate siamo già arrivati.
Nel primo buco dove si infila la testa, vediamo un piccolo grongo con un gamberetto meccanico che gli gira intorno alla testa, il tempo di fare una foto e ci si sposta sulla paretina a soli dieci metri di profondità.

Piccole spugne e tunicati la colorano, ma il nostro occhio cade subito su tre cipree gigantesce, una particolarmente grossa che perfino Alex riesce a vedere.


Si inizia il nostro giro intorno allo scoglio, triglie e scorfani tappezzano il fondale sabbioso sonnecchiando tranquillamente. Pesciolini di tutte le taglie stazionano a varie prondità, riflettendo come specchi le luci delle nostre torce. Varie Gallinelle strisciano sulla sabbia, insabbiandosi all’istante al nostro avvicinarsi. Ovunque si guardi, i nostri occhi sono riempiti da quell’ambiente tranquillo e pieno di vita.

In un piccolo anfratto , io vedo una murena che fa capolino, tra due serpule. Chiamo prima Alex e poi Vittorio per fotografarla.

Si continua l’esplorazione ed io nella veste di aprista scorgo un’aragosta di dimensioni notevoli, che appena illuminata si ritrae velocemente nella sua tana. Chiamo il gruppo, ma vedo che sono a loro volta intenti a fotografare qualcos’altro. Vado a vedere ed un seppia sotto i loro obiettivi.

Alcune foto stupende, vengono fatte e purtroppo questa volta non sono stato io ad illuminare il ventre verdastro della seppia. Richiamo però ancora l’attenzione verso l’aragosta, con la paura che questa decida di spostarsi.

Appena arrivano in blocco Alex,Gianfrà e Vittorio è ancora là ad aspetttarci anche se rintanata nel sul buco.
Si fotografano ancora paguri, cerianthus e quant’altro ci capiti sotto gli occhi. Uno sguardo al computer per vedere che sono passati circa trenta minuti ed il manometro segna ancora ben 130bar (la profondità media di questa immersione è di soli 10 metri). Un grosso spirografo sulla sabbia cattura la nostra attenzione, io lo stò illuminando, mentre Alex lo fotografa. Vittorio ci passa dritto sopra facendolo chiudere, attirandosi tutte le imprecazioni del caso.

Ma dove stà andando quel deficiente, penso, anzi pensiamo. Invece Vittorio stà pinnegiando come un matto perchè ha visto pochi metri più in la un’enorme murena fuoritana costeggiare la parete. Tre metri almeno ed un diametro di tutto rispetto. Ci posizioniamo in modo da bloccarla per avere il tempo di fotografarla. Questa murena è veramente immensa. Siamo a dieci metri di profondità ed io murene di questa stazza le ho viste solo dai trenta metri in giù nel parco di portofino. Il fascino della notturna in più accresce l’emozione.

Si continua l’immersione e vari grossi polpi vengono fotografati. Poi io e Vittorio veniamo distratti da qualcosa che si muove in mezzo a dei ciuffi di poseidonia sopra la parete. Io mi avvicino e di colpo un grongo di un paio di metri almeno balza fuori strisciandomi sulla muta. Il tempo di riprendermi ed inizia l’inseguimento. Dopo poco si riesce a bloccarlo ed a fotografarlo in varie posizioni.

Una volta abbandonato il gronco ci rendiamo conto che non ci sono più Alex e Gianfrà. Oscuriamo le torce per cercarli, ma nulla si vede all’orizzonte. I due quando noi abbiamo inseguito il gronco, hanno seguito una spacca che li ha portati a fotografare altre serpule e polpi.

Io e Vittorio non ci capiamo bene sul da farsi ed io guardando il computer (eravamo già a 45 minuti di immersione) decido di continuare il giro per conto nostro e Vittorio mi segue.

Dopo poche pinneggiate un’altra murena viene beccata fuori tana, ma questa di dimensioni molto più tranquille, viene fotografata rapidamente senza molta cura. Anche una polpessa viene presa al volo sopra i sassi, ma questa volta la foto è sfocata. Si arriva così alla fine dello scoglio. Lo strobo è già perfettamente visibile, indicandoci con precisione il punto di uscita. Tranquillamente ci portiamo sotto di lui e ci mettiamo in attesa di vedere arrivare gli altri due. L’attesa è lunga passano almeno sette/otto minuti prima di vederli arrivare, quindi io e Vittò per passare il tempo iniziamo a fotografarci od ad osservare le bioluminescenze, sia quelle naturali, che tutti i riflessi innescati dal flash dello strobo.

Si rientra nella spiaggetta passando dentro il piccolo canale tra gli scogli, questa volta contro corrente. Niente di esagerato, ma la corrente risulta molto fastidiosa da contrastare, anche perché le onde ed il solo metro di acqua a disposizione rendono molto difficile la pinneggiata.
Insomma è stata un’immersione stupenda, ci mancava solo la cernia da venti chili e poi avremmo veramente visto di tutto. Un’immersione rilassante ed eccitante, per qualcuno forse è stata anche troppo rilassante.

Poi come al solito pizzetta e birra per chiudere in allegria questa stupenda la serata.

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