lunedì, maggio 29, 2006

Notturna Framura - 26 Maggio 2006

Partecipanti: Mauro, Vittorio (fotografo), Alex (fotografo), Pino, Gianfrà (fotografo)


Stasera si va sul classico, una notturna a Framura. Un’immersione semplice che non tradisce mai.
Con noi per la prima volta Pino, il fratello di Vittorio nella sua immersione inaugurativa dell’anno. Un altro compagno d’eccezione è Gianfrà che nonostante i suoi pressanti impegni di lavoro ha trovato per una sera il tempo di venire a farsi un’immersione.
Manca all’appello il Gavriol che continuando a valutare il mare a metà settimana guardandolo dal pontile di Carrara, invece di leggere il nostro meteo-subacqueo, vede torbo da tutte le parti.

Invece Mauro,Alex, Vittorio, Pino e Gianfrà alle nove e mezzo sono in acqua, pronti per l’immersione.
La visibilità è ottima, direi 15 metri almeno, usciamo dall’imbocco del porticciolo, ci si dà l’OK e si parte.

Pino ha qualche piccolo problema di compensazione, ma in un attimo è giù insieme a noi. Io ho il mio nuovo lampeggiatore stroboscopico da provare e decido di lasciarlo subito dopo i grossi sassi che identificano il punto di rientro verso il porticciolo.
Si inizia a scendere prendendola un poco larga, passando sopra la posidonia. Una seppia viene subito avvistata e fotografata, subito dopo sempre nella stessa prateria di posidonia un’alicia mirabilis, riflette i colori delle nostre lampade, scoprendosi ai nostri fotografi.

Ci si sposta poi verso la parete ed Alex becca al volo una murena e la fotografa.

Mauro intanto inizia a rovistare freneticamente nella sua tasca del gav, non riuscendo a trovare qualcosa. Ma che cosa non riesce trovare?
Vittorio, nel pomeriggio aveva preparato un ciprea attaccata ad un filo di nylon in modo da fare uno scherzo ad Alex, ma Mauro al momento di tirarla fuori dalla tasca non è riuscito più a trovarla. Niente da fare, quindi lo scherzo non si riesce a fare. La maledizione della ciprea di Alex ha colpito ancora. Alex è destinato a non trovarle, neanche quelle attaccate ad un filo.

Intanto una gallinella striscia tranquilla sulla sabbia quando di colpo si trova davanti all'obbiettivo di Vittorio.

L’immersione continua tranquilla e piacevole, l’acqua calda e limpida ci rilassa tutti. Un’altra piccola murena viene fotografata e di seguito un paguro.

Poco dopo ci si imbatte in una seppia di notevoli dimensioni, che di colpo ha la sfortuna di trovarsi tutte le nostre lampade e macchine fotografiche puntate addosso. Io come al solito mi diverto ad illuminarla dal basso per esaltare l’effetto verde fosforescente che la fa assomigliare ad una piccola astronave spaziale.

Siamo a circa 35 minuti di immersione si decide di prendere la direzione di ritorno. Si ripassa davanti alla parete e dopo il solito ceriantus che Alex si ostina a fotografare tutte le volte, un bel nudibranco viene immortalato (anche se purtroppo) certamente non a fuoco.

L’acqua è veramente limpida io nuoto a tre quattro metri sopra il gruppo e mi viene di spengere la torcia, guardandoli dall’alto nel buio che invece di intimorirmi, rilassa e tranquilizza.Le loro bolle innescano strane bioluminescenze che vorrei fotografare, ma purtroppo per voi, io non ho la macchina fotografica.

La mia lampada strobo è visibile già in lontananza e dopo poco ci siamo davanti e la riprendo.Siamo a circa 50 minuti d’immersione controllo il manometro ed ho ancora ottanta bar. Direi che non sia il caso di rientrare subito, e mentre io ed Alex aspettiamo che il gruppo si ricompatti mi guardo intorno. Vedo una bella Alicia Mirabilis su una roccia che non aspetta altro che essere fotografata. Chiamo Alex, che prontamente arriva e la fotografa, giocando con le luci delle torcie che ormai sappiamo usare abilmente per ottenere effetti spettacolari.

Si continua a girare senza particolare cura per la navigazione per almeno un altro quarto d’ora sul basso fondale antistante (più o meno) del porticciolo. Si fotografa un tordo pavone addormentato ed una polpessa che viene fotografata in varie pose.La migliore però è sicuramente quella che ho messo in testa all'articolo, dove Gianfrà (detto anche l'incantatore di serpenti) riesce a convincere la polpessa a mettersi in posa senza assolutamente usare la forza. Ps: speriamo che protezione polpi e polpesse non veda mai questa foto. Vittorio e Pino invece avvistano e fotografano un piccolo grongo che gira in mezzo ai sassi.


E’ arrivata l’ora di chiudere l’immersione e si punta chi più chi meno in direzione 150 gradi per rientrare nel porticciolo. A sorpresa almeno per quanto mi riguarda ci si trova davanti uno scogliera che ci sbarra la strada. Io sinceramente non so più da che parte andare, salgo e tutti meno il solito Gianfrà vengono su insieme a me. Ammazza quanto siamo andati fuori, ancora un poco di più e si finiva sulla spiaggetta della stazione.
Sessantanove minuti di immersione, niente male, anche se rispetto ad altre volte non abbiamo visto moltissimo. Pino invece (sicuramente anche per astinenza prolungata) è entusiasta dell’immersione. Si inizia a pinneggiare per ritornare e tutti se la prendono con il sottoscritto e la mia strobo per la gita fuori porta (anzi fuori porticciolo). Un cielo stellato però ci addolcisce lo sforzo, mentre Gianfrà ci segue senza emergere per fare meno fatica, ma senza sapere quello che si sta perdendo. Un cielo così però non può fare a meno di far ricordare a Mauro e Vittorio le serate ancora più limpide in pieno inverno, quando nonstante le rigide temperature (una decina di gradi in acqua e vicini allo zero fuori) lo stimolo di rimanere in acqua a guardare il cielo era ancora più forte.
Ci si riveste alla svelta, al suono di "Noi ragazzi di oggi" di Luis Miguel che fieramente esce dal potente impianto della macchina di quel ragazzaccio di Gianfrà. Ci si divide come all’andata in due macchine. Quella delle persone serie e quella dei gigioni (e qui è inutile che io stia a specificare la distribuzione delle persone nelle macchine) ed in una mezz’oretta siamo all’Oneils per idratarci in modo opportuno.


Anche per oggi è andata, sono le due e direi che sia il caso di tornare a casina per tutti. Oh, ragazzi,... io ho provato a correggere la foto, ma se uno è nero è nero! Per me si è assorbito anche tutta la luce del flash.


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domenica, maggio 21, 2006

Notturna Grotta del Tinetto - 19 Maggio 2006


Partecipanti: LòSub, LòB., Mauro, Alex (Fotografo), Vittorio (Fotografo) ed il Gavriol.
Special Guest Star: Il Canesi.

Sono le otto di sera e siamo tutti già pronti da LorenzoSub.Guardiamo il mare e ci chiediamo se sia il caso di uscire. Un vento abbastanza forte di Libeccio è preludio di mare in veloce ingrossamento.
Mauro forte delle sue previsioni, con il mitico (ma ancora sottovalutato) sistema REUMASAT è convinto che il mare reggerà per ancora qualche ora. Gli altri sono alquanto dubbiosi, … ci sarà il tempo di fare il tuffo?
Si incrociano le dita e consapevoli che si dovrà ballare parecchio si parte in direzione Tinetto.Il Lo’ farà il barcaiolo, mentre partecipa come guida anche Lorenzo Bramanti, il mitico biologo.
Si arriva davanti al Tinetto e dopo un rapido breefing del Bramanti, in stile incursori subacquei invasati, siamo pronti per andare in acqua.Una bella corrente, intanto ci ha spostato parecchio e prima di tuffarci il Lo’ decide di riavvicinarci al Tinetto.
Il Gavriol però è già in acqua e la corrente se lo sta portando via. Viene ripreso approssimativamente in zona scoglio Ferale, un secondo prima della collisione con il traghetto Genova-Olbia.

Uno stormo di gabbiani intanto gira sopra il Tinetto, ruotando a mo’ di avvoltoi…. e le onde sono sempre più lunghe e alte. Insomma sarà una immersione in tutto rilassamento (o quasi), sia per chi andrà in acqua, sia per chi dovrà sorbirsi il mare sul gommone.

Il tempo di darsi l'OK ed il gruppo degli incursori gigioni si immerge.

Scendiamo lungo la parete, fino ad una quota di 19 metri, la visibilità e buona, direi che ci sono una decina di metri almeno di visibilità. Poche pinneggiate e ci troviamo davanti all’ampio ingresso della grotta.

La grotta del Tinetto è lunga circa 30 metri, e nella sua ampia apertura principale troviamo subito una bella aragosta, in mezzo ai ciottoli a darci il benvenuto.

Entriamo ed iniziamo ad osservarne le pareti. Sono ben visibili tunicati, piccoli gamberetti e spugne. Una Alicia Mirabilis, fa bella mostra di se e viene fotografata da Alex, che cerca in tutti i modi di levarsi dall’inquadratura il faccione del Bramanti che vuole farsi fotografare a tutti i costi. Si sale ancora leggermente (la grotta si stringe e ci porta verso l’alto, dove un camino centrale si apre verso la superfice. Prima però vediamo dentro un buco, un vecchio e grosso grongo che ci guarda spaventato, fotografarlo è impossibile il fondo fangoso si sta alzando ed è appena visibile ad occhio nudo. Altre argoste quà e là sono visibili, tutte fuori tana gironzolano tranquillamente all’interno della grotta.

Si riesce poi dall’apertura principale, in mezzo al polverone che abbiamo alzato tutti ( in particolare Alex) che ara il fondale nel tentativo invano di trovare qualche ciprea.

Si continua a percorrere la parete, rimanendo bassi ad una profondità di circa 22-23 metri. Una nuova spacca ci si presenta, qui entriamo solo io ed il Bramanti, che si diverte a disturbare una aragosta di dimensioni ragguardevoli. Non mancano neanche paramuricee rosse e gorgonie che riiniziano a tornare belle come un tempo.

Si riesce rapidamente, siamo a circa metà dell’immersione e la notevole permanenza ad oltre 20metri, ci porta vicini al limite della curva di sicurezza. Alex invece nella sua operazione di aratura del terreno, riesce (oltre a totalizzare un mitico 25m) addirittura ad andare fuori curva e questo è un vero e proprio record per una immersione come questa.

Non mancano spendidi nudibranchi all’appello ed Alex e Vittorio non se li fanno scappare. Si inizia il percorso di ritorno si risale di circa 7-8 metri e si pinneggia osservando la parete fino a trovare le due ulteriori aperture della grotta chiamate "Occhi di luna". Da bravi gigioni quali siamo ci accalchiamo rendendoci difficile i movimenti uno con l’altro.

Il Gavriol stanco di pinneggiare si fa portare in giro dal sottoscritto con la scusa che la mia pinna si è aggangiata alla sua attezzatura. Intanto le prime torce iniziano a spengersi, lo stesso Bramanti rimane al buio e cerca conforto in qualche luce di backup del suo gruppo di incursori gigioni.

L’ultima parte dell’immersione infine si svolge seguendo la parete ad un’altezza di circa 10-8 metri.

Spirografi di notevoli dimensioni, completamente aperti ci fanno chiudere in bellezza dopo circa 50 minuti.
Si risale in superfice, dove Lorenzo ci aspetta sul gommone ormai cotto dalle onde che preannunciano il mare che ci sarà il giorno seguente. Il suo ochhio plumbeo dice tutto, altri due minuti e per me è pronto a pasturare. La risalita in gommone e veloce, in particolare per il sottoscritto che dimenticandosi la frusta della stagna attaccata rischia di essere issato a bordo direttamente con tutta l'attrezzatura.

Si ritorna a Fiumaretta senza problemi cavalcando "le ondine" del mare , ci si cambia ed in un attimo siamo all’O’Neils.

Pizzetta e birra ci vogliono proprio per rinforcillarci. Si aggiunge a noi anche il Canesi, che dovrebbe venire in acqua invece di presentarsi sempre, solo all’ultimo momento per la birretta ed il caffè.
Vabbè per questa volta lo perdoniamo, purchè sia l’ultima volta (sopratutto perchè quando si parla di gigioni, il Canesi è sempre in prima fila).

Mi raccomando scaricate la versione Pdf, troverete altro materiale non pubblicato quì sopra.

domenica, maggio 14, 2006

Notturna a Calafuria - 12 Maggio 2006

Partecipanti: Mauro, Alex (Fotografo), Vittorio (Fotografo)
Assenti non giustificati: Gavriol ,Gienfry
Immersione: Temp.Acqua(16°C), Temp.Est(18°C), MaxProf (15.3m), Durata (70min), Vis (Buona)




Sono circa le 20:30, quanto Mauro,Alex e Vittorio arrivano a Calafuria (stranamente abbastanza puntuali). Appena arrivati ci si presenta uno spettacolo veramente suggestivo. Un tramonto rosso ed un mare calmissimo, sono il panorama davanti ai nostri occhi. Una foto è obbligatoria, il tempo di scattarla e poi si prende l’attrezzatura e si scende da una scaletta sulla scogliera.
La nostra meta è il circolo Diving "Il Tritone" allestito proprio in un foro (o grotta sinceramente non saprei) nella scogliera.
Al primo impatto è veramente bello, siamo circondati dagli scogli appena sopra al livello del mare che in bassa marea, si apre in tante piccole pozze. Ci aspetta Massimo il simpatico gestore del Diving, che appena ci vede, sfoggia subito un’espressione abbastanza perplessa. Infatti invece che cinque, siamo tre, i due SUBnormali (pacco), Gavriol e Gienfry mancano all’appello. Il primo premio "pacco a sorpresa" va sicuramente al Gienfry che rimane insuperabile dopo la sua conferma alle 17:58 del dove e come incontrarci ed il suo messaggio di impossibilità ad arrivare alle 18:30.
Spieghiamo la situazione a Massimo (appunto il gestore), con la paura che ci mandi giustamente a quel paese, infatti ha praticamente aperto il circolo appositamente per noi. Scampato quindi il pericolo che ci buttasse le attrezzature a mare, inziamo a preparci sopra uno scivolo a rampa davanti al circolo. Un rapido breefing e si decide per la rotta a 240 gradi. Il primo ad entrare in acqua è Alex, che appena messa la testa in acqua esordisce con un classico "è torbo da paura". Io e Mauro lo seguiamo a ruota ed effettivamente in superfice l’acqua e veramente torbida. Tutti è tre regoliamo bene le bussole, perché la sensazione è che dovremo guardarle parecchio. Arriviamo alla boa di partenza ci si da l’Ok e si scende .


Sorpresina, il torbido è solo nei primi due metri d’acqua, appena sotto davanti a noi si apre una visibilità di 10-15metri abbondanti. Un difetto al rubinetto sul secondo primo stadio mi costringe a fermarmi,ho la stagna sotto vuoto;Alex lavora invano sulla mia rubinetteria e dopo vari tentativi decidiamo di staccare la frusta di bassa pressione dal gav e collegarla alla stagna.Riprendiamo la rotta,Mauro stà avanti a noi che pinneggiamo lentamente per fotografare la rigogliosa vita bentonica di questa zona.Io ed Alex non ci rendiamo conto che la cigliata che dovremmo raggiungere è ancora lontana per cui,Mauro, che guida la rotta ci incita a proseguire celermente ,ma il nostro passo è continuamente frenato,prima da una bella corvina(sciaena umbra),che senza timori si mostra ai nostri obiettivi poi un "tordo pappagallo"con la sua bella livrea che dall’argento passa al rosso al verde ed al blu.

Sono passati circa 35 minuti,è tempo di rientrare,quando un grosso polpo mi vede e si allontana e mentre lo seguiamo lo vediamo fuggire proprio lungo la cigliata che scende oltre i 30 metri.Il tempo di pochi scatti poi dobbiamo andare,la prossima volta partiremo da qua.Siamo soddisfatti e facciamo rotta inversa tra piccole castagnole e apogon nei numerosissimi anfratti di questi fondali.

Incontriamo una polpessa che con l’eleganza che la contraddistingue fugge e ancora una volta ammiriamo la vita nella sua diversità delle forme e dei colori.Siamo a 60 minuti di immersione,la mia torcia si è affievolita,raccolgo il guscio di una bella ciprea che ci ricorderà questo sito nel frattempo mi accorgo che la torcia di backup è allagata e Alex prontamente estrae la sua FA-MI che non tradisce mai e mi permette un rientro in tutta sicurezza.

Prima della sosta di sicurezza fotografiamo uno spirografo di dimensioni ragguardevoli,quindi risaliamo. Sono passati 70 minuti, bèh un bel giro.Risaliamo verso il Triton dove gli amici del circolo nel frattempo hanno preparato dei ghiotti crostini e buttato la pasta.Del buon vino accompagna il tutto,vino che se non è consigliato terapeuticamente dopo un’immersione è consigliato per un po’ di piacere della vita.

E' appena passata mezzanotte, siamo in netto anticipo sui soliti orari, ci vorrebbe un Pub per riempire quell'oretta in più. Che dite, lo avremo trovato?


giovedì, maggio 04, 2006

Notturna Framura - 4 Maggio 2006

Si arriva a Framura alle 9:15 circa, il tempo di fare un salto dietro il porticciolo per discutere della posizione della fantomatica grotta, si ritorna alla macchina e ci si cambia in fretta e furia. Sono passate le dieci, quando si entra in acqua passando dalla rampa del porticciolo. L’acqua al primo colpo d’occhio sempra limpida, ma appena entrati, con stupore ci rendiamo conto che la visibilità è superiore ad ogni più rosea aspettativa. Sembra di essere veramente in una piscina, la luce della luna è sufficiente ad illuminare la zona a basso fondale che caratterizza l’uscita del porticciolo. Io pinneggio, dietro a Vittorio ed Alex tutti e tre a torcie spente. Bioluminescenze splendide, ci anticipano che faremo sicuramente un’immersione speciale. Le bolle generate dai movimenti dei miei colleghi davanti a me, fanno dei giochi di luci particolari, mischiati alle bioluminescenze ed al riflesso della luna. Preso da questo particolare effetto, esagero con le aspettative ed addiriturra cerco di leggere il manometro a torcia spenta, ma effettivamente ho esagerato. Ci si da l’OK e l’immersione inizia.



Si inizia a pinneggiare tranquillamente con una visibilità di 20 metri almeno usando le torcie al minimo. Non troviamo i grossi polpi e polpesse che di solito bazzicano quel punto ed iniziamo a girare verso la parte esterna della parete. Un paguro con la sua conchiglia si fa fotografare seguito a ruota da bernardo l’eremita che mette in bella mostra l’attinia che porta in groppa.


Appena più avanti una bella seppia attacca ed inizia a mangiare una castagnola, Vittorio riesce a fotografarla mentre inizia a mangianserla. La festa però per la seppia finisce quando si trova Alex e Vittorio che cercano di fotografarla in tutte le posizioni. Il sottoscritto cerca di illuminarla da sotto per aumentare quell’effetto verde radioattivo tipico delle seppie.


Una spendida Alicia mirabils, intanto posata sulla poseidoina si fa fotografare con facilità da ogni angolazione. Siamo sempre nella parte inziale dell’imersione, la profondità è circa dieci metri.
Si continua a seguire la parete spostandoci leggermente al largo, quando Vittorio si sbraccia come una matto indicando affannosamente qualcosa davanti a noi. Io ormai lo conosco bene, o ha visto uno squalo, oppure ci deve essere una rete. Difatti mi giro e di squali neanche l’ombra, in compenso una bella rete, ci obbliga a riavvicinarci verso la parete. Con questa visibilità non fa molta paura, ma in ogni caso la teniamo bene alla larga. Iniziamo a scendere verso la parte più bassa, arrivando a circa 15metri, ad 1 metro dal fondo sabbioso.
Una grossa murena giace morta con la testa sotto la sabbia, una stella marina ed un paguro se la stanno mangiucchiando allegramente. Probabilmente mi sbaglierò, ma mi sembra di averla vista fuoritana quindici giorni prima quella murena, proprio in quella zona.


Ma proprio quando si stava ancora osservando la murena, io in particolare volevo vedergli la testa, si scorge pochi metri in la, sulla sabbia un piccolo grongo che inizia goffamente a scappare. Lo inseguiamo e lui non perde occasione di dimostrare quanto i gronchi ci vedano poco. Riesce addirittura a prendere una musata sul vetro della mia torcia accesa che gli sbarrava la strada. Arriviamo in fondo alla parete e li si vede una piccola murena, che in tana cerca di spaventarci, subito sulla sua destra un grosso anemone, ormai per noi una vecchia conoscenza sembra stranamente gonfio e parzialmente chiuso.


Si continua l’immersione nella parte dietro il porticciolo, un altro bernardo l’eremita viene fotografato e subito dopo una paguro.


Siamo a circa 40 minuti di immersione ed poco più di cento bar in bombola. Si decide per il ritorno. Si arriva dopo poco al punto della murena e dell’anemone, ma con sorpresa vediamo quest’ultimo ancora più chiuso e gonfio. Chissà perché?. Vittorio pensa che ci sia qualcosa di strano, non ha mai visto l’anemone cambiare così velocemente. Qui ci vuole il supporto del nostro biologo di fiducia.


Si ripercorre la parete in senso inverso, ma rimanendo tre quattro metri più in alto,
Alex fotografa un Cerianthus ed io appena sopra di lui vedo in una cavità una decina di gamberetti che non vedono l’ora di essere fotografati. Scendo per chiamare Alex, ma risalendo non trovo più il buco giusto, però una serpula rossa compensa ampiamente il buco mancato.


Si rivede la seppia dell’andata e lentamente si rientra. Si trova uno spirografo niente male, una Sertella ed un batti-batti che rimane perfettamente in posa.
Non abbiamo visto aragoste, e nessuno dei grossi polpi che sono ormai per noi un’appuntamento costante ed il pesce e poco, ma in acqua si sta troppo bene ed ogni occasione e buona per attardarsi. Probabilmente le reti devono avere ripulito la zona.

Chiudiamo l’immersione dopo 70 minuti ed uscendo dall’acqua una bella Luna ed il cielo stellato ci mettono voglia di rimanere ancora un poco li, ma è tardissimo sono le undici passate e se vogliamo mangiare qualcosa bisogna sbrigarci.


Ci facciamo la doccia, con la canna dell’acqua sopra la rampa del porticciolo e ci si riveste. Si parte per Fiumaretta, direzione O’Neils il nostro Pub ufficiale, per una pizza,birra e sgabei.

Sono le due di notte, sarà meglio tornare a casa se vogliamo sopravvivere alle mogli.


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